Nel 2015, Florent
Tarbouriech, colpito dalla bellezza e dalla somiglianza della laguna di
Scardovari, nel parco naturale del Delta del Po, con quella di
Thau, nel sud della Francia, con l'aiuto di Alessio Greguoldo e del
Consorzio dei Pescatori del Polesine, decise di importare nel nostro Paese
il suo sistema di allevamento di ostriche e fu così che partì anche il progetto
italiano. Il Mediterraneo è privo di maree importanti e le ostriche
allevate con il sistema tradizionale hanno meno qualità e resistenza di quelle
atlantiche che, allenandosi a stare fuori dall'acqua per alcuni
periodi, si irrobustiscono.
È qui che entra in gioco il sistema innovativo ideato da Tarbouriech: le
ostriche sono incollate una ad una, a mano, su corde a loro volta collegate ad
un argano che le solleva dall'acqua riproducendo l'effetto delle maree
atlantiche. La frequenza degli innalzamenti permette di gestire la crescita del
prodotto. Maggiore è la frequenza e più lungo sarà il periodo di crescita.
L'allevamento di ostriche è di per sé ecosostenibile perché fatto nel pieno
rispetto della natura e perché l'ostrica si nutre esclusivamente di
fitoplancton. Le energie utilizzate per lo sviluppo delle produzioni sono
rinnovabili come il fotovoltaico e l'eolico, inoltre la produzione è a km 0 ed
è completamente Made in Italy.